I ristoranti sono diventati ostaggio delle APP per il food delivery?
Le APP per il delivery: da opportunità a costo?
Quanto costa per un ristoratore gestire le APP per il food delivery?
E quanto costerebbe non averle?
In un articolo del 22 maggio 2023 (qui il link ) si fa una analisi realistica del rapporto tra ristoratori e i colossi digitali del food delivery. Da una ricerca effettuata la differenza di fatturato tra i ristoranti presenti sulle piattaforme e quelli che non lo sono è di solo 2 punti percentuali. L’uso di Glovo o Deliveroo non sembrerebbe quindi essere differenziante.
Ma il “partner” digitale del ristoratore è molto esoso: in media una APP di food delivery trattiene il 20% dello scontrino. Questo è però l’unico costo che resta misurabile agli occhi del ristoratore. Infatti molti ristoratori dichiarano di stare progressivamente perdendo il rapporto diretto con la propria clientela e di non poter accedere ai dati degli acquirenti dei loro prodotti attraverso la piattaforma digitale. In pratica l’algoritmo che sta dietro alle APP di food delivery non solo vessa i riders ma dispone a proprio piacemento anche dei ristoranti.
Ed è questo il danno più grande. Iscriversi a Deliveroo o a Just Eat non garantirebbe infatti in nessun modo che poi il nome del proprio ristorante compaia tra i primi come risultato della ricerca dei clienti: è l’algoritmo che decide chi è in prima posizone e quindi chi ha maggiore possibilità di vendere una porzione o una pietanza. Se un meccanismo del genere può essere indifferente per grosse catene di ristoranti o fast food che vendono un prodotto commoditizzato e indistibguibile dal ristorante che lo prepara, per i ritoratori che hanno uno o due locali questo si tramuta in un problema di visibilità difficile da recuperare.
Quindi che fare? Abbandonare le APP e riallacciare il rapporto con i propri clienti? Oppure trovare una alternativa? Non tutti i ristoratori sono in grado di allestire un sito di E-Commerce, sponsorizzarlo, e fare affari per tramite di quello. Il passaparola, Whatsapp e le piattaforme di instant messaging sembrano essere una via, ma sono molto destrutturati e dispersivi. La partita è aperta e la vincerà chi avrà l’idea migliore che saprà coniugare la comodità del delivery, la offerta di servizio da asporto secondo modalità consolidate e la capacità di ogni singolo ristoratore di valorizzare la propria unicità e la propria professionalità.